Franco Del Moro

ULTIMO AVVISO PRIMA DEL COLLASSO

L’obbiettivo non dichiarato del progresso, dell’economia, del potere

 

(pp. 91; 11,00 euro)

 

Se il progresso, la tecnologia, la società economica e tutte le conquiste della modernità producessero, anche solo accidentalmente, entusiasmo, elasticità del pensiero, aperture spirituali e gioia, potremmo astenerci dal giudicarli.

Ma c'è qualcosa che non va, che non funziona come dovrebbe.

Nel paradiso tecnomorfo in cui siamo costretti a vivere constatiamo ovunque il dilagare di un tangibile senso di frustrazione, perdita d'identità, ansia esistenziale... e poi l'insorgere di varie forme di ignoranza, arroganza, presunzione, isteria collettiva.

E a tutto questo va aggiunta un'espansione devastante e onnivora della tecnosfera, antagonista della biosfera, nemica della biodiversità...

I poteri istituzionali sono sempre più servi di lobby transnazionali che nessuno ha eletto ma che dettano ugualmente legge e così non solo gli individui ma anche le ideologie sono plasmate da forze che tendono verso l'omologazione globale.

In questo contesto è assai improbabile attendersi un cambiamento che parta dall'alto.

È evidente che chi tesse le lodi del futuro ci prende in giro: ha ben altri progetti che il benessere degli Stati e delle popolazioni.

Questo mondo in cui, si dice, trionfa il progresso e la civiltà è calpestato dagli uomini più infelici e pericolosi della storia.

É tardi, ma non impossibile invertire la rotta.

E siamo tutti chiamati in causa.

 

 

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«Da quanto tempo sentiamo parlare della "Fine del Mondo"?...

Ce l'hanno sempre descritta come fulminante e violenta, e quindi abbiamo sempre pensato a cataclismi, guerre, pestilenze, dittature e cose del genere.

Forse le cose non andranno così, forse non sarà così rapida e così sanguinaria.

Non ci saranno né dittatori né catastrofi ma ci sarà una lenta e progressiva implosione della civiltà in nome del progresso.

Ci sarà o c'è?

Il senso di disagio, il degrado degli insediamenti urbani, l'attacco agli equilibri naturali, il divario fra il Nord e il Sud del mondo, l'abbassamento progressivo della qualità della vita, la crescita del numero degli emarginati e dei disoccupati, l'erosione dei diritti civili, la diffusione di stati d'animo ansiosi, depressi ed egoici sono i sintomi inequivocabili dello stadio avanzato a cui questo processo è già giunto.

E chi si sta occupando di imbastirlo e portarlo a termine?

Uomini eleganti, intelligenti, importanti e istruiti, che mentre accompagnano gli Stati sull'orlo del baratro non smettono un minuto di parlare del bene della società, dell'economia, del Paese, della popolazione, dei lavoratori...

La nostra è la prima razza della Storia ad avere a disposizione gli strumenti per distruggere realmente il mondo: il progresso, l'economia, il potere e la religione. Sono quattro, come i cavalieri dell'Apocalisse...

Allora la fine del mondo è già cominciata?

Forse.

Questo pamphlet ci fornisce la chiave sociale (ma anche interiore) per smascherare il male e i suoi emissari e nel farlo, inevitabilmente, ci ferisce perché dimostra che l'apparenza inganna, che i veri colpevoli sono sempre insospettabili, che giudichiamo da ciò che sembra e non da ciò che è, ma, soprattutto, perché dimostra ineluttabilmente la nostra corresponsabilità in tutto ciò di cui ci lamentiamo.

Ma ci indica anche una via per invertire la rotta, una via per salvare il mondo iniziando a salvare noi stessi, la nostra vita.

Un "ritorno a casa" che inizia con la consapevolezza, passa dal centro delle cose e arriva al centro della vita.

Dunque né istituzioni, né organizzazioni, né scuole di pensiero potranno cambiare le cose…»

(dall'introduzione di Severino Compagnoni)

 

 

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«Verrà un tempo in cui quelli che si sono gettati nella folle corsa odierna alla moltiplicazione dei propri bisogni, vanamente illudendosi di arricchire la vera sostanza, la vera conoscenza del mondo, si tireranno indietro e diranno: "Che cosa abbiamo fatto?".

Le civiltà sono fiorite e scomparse e ad onta di tutto il nostro vantato progresso, sono tentato di chiedere senza stancarmi: "A che scopo?". Wallace, un contemporaneo di Darwin, ha detto la stessa cosa. Cinquant'anni di brillanti invenzioni e scoperte, ha detto, non hanno aggiunto un centimetro alla statura morale dell'uomo. Così ha detto un sognatore e un visionario, se volete: Tolstoj. Così dissero Gesù e il Buddha e Maometto…»

 

(Dal discorso di M. K. Gandhi a Young, India, 8 dicembre 1927)  ...

 

 

 

L’Autore

Franco Del Moro ha fondato e dirige da 15 anni la rivista letteraria «Ellin Selae», sulla quale scrive regolarmente, e l’omonima casa editrice. È autore di saggi di analisi culturale e sociale, fra i quali: Riposare nel cuore della tempesta; Il dubbio necessario; Il libro è nudo (Stampa Alternativa, 2000), Benvenuti nella vostra vita ; L’arte della narrazione (Ellin Selae, 2003), Le vie dei libri (La Vita Felice, 2006); e di testi letterari: Codice Celeste ; Faccio libri vendo libri (Biblioteca dell’Immagine, 2001).

Sul tema della creatività come risposta al disagio esistenziale ha scritto il monologo teatrale Il funzionamento dell’uomo che interpreta personalmente in giro per l’Italia ovunque ci sia ancora qualcuno disposto ad ascoltare una storia; ha da poco superato la centesima replica.

 

 

 

 

 

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